venerdì 5 febbraio 2016

DAL 06 AL 10 FEBBRAIO 2016 - VENEZIA GRATIS - VENICE FOR FREE

06 FEBBRAIO 2016


sport e giochi - Carnevale di Venezia 2016
Maratona di Carnevale
DAL 06/02/2016 AL 06/02/2016
Sabato 6 febbraio 2016 il Venicemarathon Club e il Carnevale di Venezia propongono una special edition in maschera di Corri X”, la serie di allenamenti gratuiti e promozionali organizzati dal club veneziano nel corso dell’anno
UNA MARATONA PER INIZIARE L’ULTIMO SABATO DEL CARNEVALE DI VENEZIA! La partenza è fissata alle ore 8.00 da San Basilio, dove all'interno del terminal passeggeri. Una occasione unica ed imperdibile per vivere la magia del Carnevale di Venezia correndo o camminando in compagnia Il running partecipa al Carnevale di Venezia non per un tradizionale ballo, bensì per un allenamento collettivo 'in maschera' aperto a tutti coloro che vorranno vivere e assaporare la magia dello spettacolare carnevale, correndo o camminando in compagnia.
Con questa nuova ed originale proposta, sabato 6 febbraio il Venicemarathon Club darà il via, per il terzo anno consecutivo, al programma di allenamenti di gruppo finalizzati a promuovere la pratica sportiva in tutte le sue forme e preparare le persone alle competizioni del ricco calendario di eventi che il club veneziano propone da aprile a ottobre.
Si inizia quindi con una special edition, organizzata in collaborazione con il Cus Venezia, che si inserisce nel palcoscenico di eventi del Carnevale, quest’anno dedicato alle arti, ai mestieri, e alle tradizioni e dove anche il running trova una sua collocazione essendo per molti un’arte, un mestiere e una tradizione.
Fritoe (frittelle), galani e vin brulè, offerti a tutti i partecipanti nel ristoro finale, daranno ancora più gusto e sapore a questa grande festa. Tutti saranno invitati ad indossare una maschera di carnevale e la più bella si aggiudicherà anche un premio.
L’iniziativa è gratuita e aperta a tutti. La partenza è fissata alle ore 8.00 da San Basilio, dove all'interno del terminal passeggeri, grazie al prezioso supporto di V.T.P. (Venezia Terminal Passeggeri), è previsto il deposito borse, una zona spogliatoio e il ristoro finale.
Due sono i percorsi a disposizione: uno da 5 e uno da 10 chilometri. Chiunque potrà scegliere di correre, camminare o fare nordic walking. Esperti runners, fitwalkers e nordic walkers accompagneranno i partecipanti, spiegando tecnica e segreti di ogni disciplina, mentre i pacemakers aiuteranno a cadenzare il ritmo e percorrere i chilometri a velocità controllata.
Entrambi i percorsi partiranno da San Basilio e proseguiranno lungo le Fondamenta fino alla Punta della Dogana, attraverseranno poi il Canal Grande tramite il Ponte dell’Accademia e proseguiranno verso Campo Santo Stefano fino a Piazza San Marco. Qui il tracciato più breve farà ritorno a San Basilio lungo il medesimo tragitto, mentre gli altri proseguiranno fino ai Giardini Pubblici per poi ritornare sempre a San Basilio.
Maggiori informazioni sono disponibili sul sito www.venicemarathon.it
dettagli
Biglietto: partecipazione libera







mostre
TIRIL
dal 03/02/2016 al 20/02/2016
In concomitanza, nel vicino a palazzo Loredan in campo Santo Stefano, presso l'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, il 3 febbraio si inaugura la personale dell’artista Tiril. Tiril è nata a Londra e vive in Alabama negli Stati Uniti. Lavora su tela, carta e tavola di tutte le dimensioni utilizzando svariate tecniche diverse. “Il mio lavoro è puramente intuitivo. L'idea si presenta durante la creazione del dipinto stesso. Ogni dipinto per me è la manifestazione di uno straordinario momento dell'esistenza, una conferma nella realtà del viaggio dello spirito. Credo che attraverso il linguaggio dell'arte, siamo capaci di comunicare ai più alti livelli vibrazionali.”
dettagli
Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35852.htm










DALLA CAMERA OSCURA -Il Ghetto di Vilnius
DAL 26/01/2016 AL 03/04/2016               
Il Ghetto di Vilnius Quando nel 1941 Vilnius (Lituania) fu conquistata dai tedeschi, nella città vecchia vennero costruiti due ghetti per contenere la numerosa comunità ebraica residente. Gli abitanti del ghetto più piccolo furono uccisi o deportati già nell'inverno del 1941; il secondo ghetto - più grande - sopravvisse fino al 1943. Il primo settembre di quell'anno i residenti cercarono di ribellarsi all'oppressione nazista; il fallimento di questa ribellione portò alla distruzione dello stesso ghetto. La popolazione ebraica lituana prima della seconda guerra mondiale ammontava a circa 220.000 persone. Durante l'invasione tedesca del giugno 1941, 206.800 ebrei furono uccisi dai nazisti e dai loro collaboratori lituani.
Da questa gravità indicibile, ecco il lavoro in bianco e nero di John Batho (pioniere della fotografia a colori) da lui realizzato a Vilnius nel 1998 sul luogo del Ghetto. Le fotografie sono negativi stampati dove il Ghetto è deserto, in stato di reliquia. Si intravede una carrozzina, le cassette della posta, le tracce della vita come era. Il silenzio, la luce, la luce bianca ci fanno sentire il soffio della gente assente e la luce infinita brilla ancora sul luogo. Solo la fotografia, tornando alla matrice del negativo, ha potuto materializzare questa luce che John Batho ha visto nel Ghetto di Vilnius.
Con e nella stessa idea di luce, John Batho fotografa in PRÉSENTS & ABSENTS (1998) il passaggio delle persone di fronte ad una cabina della camera oscura. (Le persone sono posizionate di fronte ad una cabina della camera oscura, attrezzata di un vetro grande, coperto dal vapore. I modelli sono passanti, anonimi visitatori del Centro d’Arte Contemporanea della città. Questo dispositivo produce una silhouette, una sagoma, una forma fugace come appena abbozzata. […]La precisione della presa di vista, rende tangibile la presenza e la materia sullo schermo di vetro, e tutti i dettagli del velo di vapore.) Come dice John Batho stesso: dietro un vetro annebbiato, le persone posano su un fondo bianco. Le loro sagome si sospendono nel passaggio fra opaco e trasparente. Loro compaiono come convocate dopo un tempo lontano. Le silhouettes, per la loro presenza tenuta, a meta cancellata, incarnano una identità alle volte individuale e universale.
Con questo lavoro magistrale John Batho evoca dall’assenza, la presenza di un segno sempre indelebile nonostante i passaggi della vita.
Nel Campo del Ghetto Nuovo è presente dal 25 aprile 1980 “Il Monumento dell’Olocausto”, opera dell’artista lituano Arbit Blatas. Sempre dello stesso artista - nel Ghetto veneziano - è presente dal 19 settembre 1993 l’opera “L’ultimo treno”. a cura di Živa Kraus
John Batho è nato in Normandia nel 1939. Dal 1961 si è dedicato alla fotografia ed ha esposto le sue opere in alcuni dei più importanti musei e gallerie del mondo. Ikona Photo Gallery ha presentato John Batho con una prima mostra a Venezia nel 1983 (“La couleur et son lieu: Deauville, Venise, Burano”) e con una mostra antologica (“John Batho. Il colore e il suo luogo”) nel 1987 al Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari a Firenze. Presso i Magazzini del Sale, nel 1997, è stata proposta una personale intitolata “Venezia Vedute” e, nel 2006, la mostra: “Plages de couleurs”. Ikona Venezia nel 2007 ha presentato nuovamente “Venezia Vedute” nella sua sede in Campo del Ghetto Nuovo, e ancora ha dedicato spazio a quest’opera di Batho nell’ultima mostra 'Venezia Immagine - fotografie di John Batho e Franco Fontana.
dettagli
Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35979.htm







tradizioni veneziane
Carnevale di Venezia - Creatum
dal 23/01/2016 al 09/02/2016
Un Carnevale con i veneziani, che coinvolgerà tutte le varie città di Venezia e che sarà dedicato alle arti, ai mestieri e alle tradizioni della città.
«Sarà un’edizione importante e particolare al tempo stesso per l’arrivo di nuove figure nello staff che cura la regia della manifestazione – ha detto Piero Rosa Salva – Quest’anno ci dobbiamo confrontare con un Carnevale che si svolge in un periodo cosiddetto “basso” che comporta maggiori difficoltà organizzative ma che non ci ha spinto a cambiare le abitudini cristiane che indicano nel periodo che precede la Quaresima e si conclude la notte del martedì grasso i festeggiamenti del Carnevale. Sarà un’edizione che riporta le tradizioni e i mestieri protagonisti, in cui abbiamo cercato di costruire un forte legame con il territorio e con la città. Una sfida che contiamo di vincere soprattutto grazie a quella che ci auspichiamo sia una grande partecipazione popolare».
Il Carnevale dei mestieri, come è stata ribattezzata l’edizione di quest’anno, sposa, dunque, l'anima più autentica di Venezia coinvolgendo il territorio metropolitano. Il tema è stato scelto dal neo direttore artistico del Carnevale di Venezia Marco Maccapani.
«Ho pensato ad una manifestazione che riportasse Venezia al centro, non a livello estetico di città conosciuta in tutto il mondo per i suoi scorci e la sua unica conformazione ma per quello che nasconde dentro, nella sua storia, nelle sue botteghe, nella sua gente, quello che mi è piaciuto chiamare Creatum. Sono partito da alcuni “nizioleti”, le tipiche indicazioni toponomastiche che danno nome a calli e campielli, e che riportano nella maggior parte nomi di mestieri antichi. Ho quindi pensato di coinvolgere quelle che sono le eccellenze cittadine, quelle di cui questa città deve andare orgogliosa e che sono un autentico patrimonio da ostentare. Ecco quindi l’idea di piazza San Marco che non avrà più un palco come fulcro ma una sorta di grande officina aperta, un piazza globale, pulita, accessibile e visibile in cui sarà costruita una gondola in 11 giorni, dove verranno prodotte manualmente le maschere tipiche veneziane, dove si potrà ammirare l’arte di realizzare un costume da Carnevale e dove si lavorerà il vetro, con una riproduzione autentica di una fornace tipica muranese». Tra le novità l’assenza del grande palco in Piazza San Marco, dove invece sarà possibile vedere al lavoro gli artigiani dei mestieri più antichi della città; e poi il divertimento all’Arsenale e molto altro come da programma c. Il tutto nell’ottica di coinvolgere non solo Venezia ma anche le isole e la sua terraferma, con una visione turistica finalizzata sempre più a far vivere esperienze a chi viene in visita alla città.
dettagli








Carnevale di Venezia 2016
MOSTRA D’ARTE DECORATIVA ROMENA “MITOLOGIE TESSILI”
dal 23/01/2016 al 09/02/2016
“Ci puoi parlare delle persone, le loro storie e le loro emozioni in molti modi. Il vecchio stile di vita come spettacolo – noi siamo gli attori di questo mondo – è proposto ora in un modo insolito. Tessuto, la consistenza e il colore diventa tridimensionale e diventa il suo proprio carattere – storia, emozione. Tecnica pari a mestiere di arte viva, ridere e ballare attraverso il colore dalle forme originali e composizione.”
Durante l’evento, Ana Ponta esporrà una serie di bambole da collezione, attraverso un esercizio di maestria che porterà il pubblico nel mondo delle bambole decorative. Ogni pezzo è unico e lavorato a mano. L’artista riesce a portare alla realtà, attraverso burattini, un mondo magico, svariato ed emozionante. Domenica, 31 gennaio 2016, e domenica, 7 febbraio 2016, nel intervallo orario 16:00–17:00 avrà luogo un piccolo atelier di prezentazione dove saranno realizzate delle bambole in materiale tessile (gruppo massimo di persone 8/atelier). Per prenotazioni: istiorga@tin.it
Ana Ponta è un artista che ama il tessuto, sa ascoltare e cogliere i suoi doni da oltre 35 anni. Le prove, varie volte superate con successo, in varie direzioni d'arte, grafica, costumi, oggetti di design, hanno raggiunto negli ultimi anni la maestria nella modellazione del tessuto, che valorizza l’esperienza di una vita professionale impegnativa. Altre informazioni sull’artista Ana Ponta:
La mostra, realizzata con il sostegno dell’Istituto Culturale Romeno di Bucarest, potrà essere visitata presso la Nuova Galleria dell’Istituto Romeno di Venezia da martedì a domenica, nell’intervallo orario 10-13 e 15-18. L’entrata è libera. La mostra fa parte del programma ufficiale del Carnevale di Venezia 2016
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Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35910.htm












07 FEBBRAIO 2016



mostre
TIRIL
dal 03/02/2016 al 20/02/2016
In concomitanza, nel vicino a palazzo Loredan in campo Santo Stefano, presso l'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, il 3 febbraio si inaugura la personale dell’artista Tiril. Tiril è nata a Londra e vive in Alabama negli Stati Uniti. Lavora su tela, carta e tavola di tutte le dimensioni utilizzando svariate tecniche diverse. “Il mio lavoro è puramente intuitivo. L'idea si presenta durante la creazione del dipinto stesso. Ogni dipinto per me è la manifestazione di uno straordinario momento dell'esistenza, una conferma nella realtà del viaggio dello spirito. Credo che attraverso il linguaggio dell'arte, siamo capaci di comunicare ai più alti livelli vibrazionali.”
dettagli
Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35852.htm










DALLA CAMERA OSCURA -Il Ghetto di Vilnius
DAL 26/01/2016 AL 03/04/2016               
Il Ghetto di Vilnius Quando nel 1941 Vilnius (Lituania) fu conquistata dai tedeschi, nella città vecchia vennero costruiti due ghetti per contenere la numerosa comunità ebraica residente. Gli abitanti del ghetto più piccolo furono uccisi o deportati già nell'inverno del 1941; il secondo ghetto - più grande - sopravvisse fino al 1943. Il primo settembre di quell'anno i residenti cercarono di ribellarsi all'oppressione nazista; il fallimento di questa ribellione portò alla distruzione dello stesso ghetto. La popolazione ebraica lituana prima della seconda guerra mondiale ammontava a circa 220.000 persone. Durante l'invasione tedesca del giugno 1941, 206.800 ebrei furono uccisi dai nazisti e dai loro collaboratori lituani.
Da questa gravità indicibile, ecco il lavoro in bianco e nero di John Batho (pioniere della fotografia a colori) da lui realizzato a Vilnius nel 1998 sul luogo del Ghetto. Le fotografie sono negativi stampati dove il Ghetto è deserto, in stato di reliquia. Si intravede una carrozzina, le cassette della posta, le tracce della vita come era. Il silenzio, la luce, la luce bianca ci fanno sentire il soffio della gente assente e la luce infinita brilla ancora sul luogo. Solo la fotografia, tornando alla matrice del negativo, ha potuto materializzare questa luce che John Batho ha visto nel Ghetto di Vilnius.
Con e nella stessa idea di luce, John Batho fotografa in PRÉSENTS & ABSENTS (1998) il passaggio delle persone di fronte ad una cabina della camera oscura. (Le persone sono posizionate di fronte ad una cabina della camera oscura, attrezzata di un vetro grande, coperto dal vapore. I modelli sono passanti, anonimi visitatori del Centro d’Arte Contemporanea della città. Questo dispositivo produce una silhouette, una sagoma, una forma fugace come appena abbozzata. […]La precisione della presa di vista, rende tangibile la presenza e la materia sullo schermo di vetro, e tutti i dettagli del velo di vapore.) Come dice John Batho stesso: dietro un vetro annebbiato, le persone posano su un fondo bianco. Le loro sagome si sospendono nel passaggio fra opaco e trasparente. Loro compaiono come convocate dopo un tempo lontano. Le silhouettes, per la loro presenza tenuta, a meta cancellata, incarnano una identità alle volte individuale e universale.
Con questo lavoro magistrale John Batho evoca dall’assenza, la presenza di un segno sempre indelebile nonostante i passaggi della vita.
Nel Campo del Ghetto Nuovo è presente dal 25 aprile 1980 “Il Monumento dell’Olocausto”, opera dell’artista lituano Arbit Blatas. Sempre dello stesso artista - nel Ghetto veneziano - è presente dal 19 settembre 1993 l’opera “L’ultimo treno”. a cura di Živa Kraus
John Batho è nato in Normandia nel 1939. Dal 1961 si è dedicato alla fotografia ed ha esposto le sue opere in alcuni dei più importanti musei e gallerie del mondo. Ikona Photo Gallery ha presentato John Batho con una prima mostra a Venezia nel 1983 (“La couleur et son lieu: Deauville, Venise, Burano”) e con una mostra antologica (“John Batho. Il colore e il suo luogo”) nel 1987 al Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari a Firenze. Presso i Magazzini del Sale, nel 1997, è stata proposta una personale intitolata “Venezia Vedute” e, nel 2006, la mostra: “Plages de couleurs”. Ikona Venezia nel 2007 ha presentato nuovamente “Venezia Vedute” nella sua sede in Campo del Ghetto Nuovo, e ancora ha dedicato spazio a quest’opera di Batho nell’ultima mostra 'Venezia Immagine - fotografie di John Batho e Franco Fontana.
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Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35979.htm








MOSTRA D’ARTE DECORATIVA ROMENA “MITOLOGIE TESSILI”
dal 23/01/2016 al 09/02/2016
“Ci puoi parlare delle persone, le loro storie e le loro emozioni in molti modi. Il vecchio stile di vita come spettacolo – noi siamo gli attori di questo mondo – è proposto ora in un modo insolito. Tessuto, la consistenza e il colore diventa tridimensionale e diventa il suo proprio carattere – storia, emozione. Tecnica pari a mestiere di arte viva, ridere e ballare attraverso il colore dalle forme originali e composizione.”
Durante l’evento, Ana Ponta esporrà una serie di bambole da collezione, attraverso un esercizio di maestria che porterà il pubblico nel mondo delle bambole decorative. Ogni pezzo è unico e lavorato a mano. L’artista riesce a portare alla realtà, attraverso burattini, un mondo magico, svariato ed emozionante. Domenica, 31 gennaio 2016, e domenica, 7 febbraio 2016, nel intervallo orario 16:00–17:00 avrà luogo un piccolo atelier di prezentazione dove saranno realizzate delle bambole in materiale tessile (gruppo massimo di persone 8/atelier). Per prenotazioni: istiorga@tin.it
Ana Ponta è un artista che ama il tessuto, sa ascoltare e cogliere i suoi doni da oltre 35 anni. Le prove, varie volte superate con successo, in varie direzioni d'arte, grafica, costumi, oggetti di design, hanno raggiunto negli ultimi anni la maestria nella modellazione del tessuto, che valorizza l’esperienza di una vita professionale impegnativa. Altre informazioni sull’artista Ana Ponta:
La mostra, realizzata con il sostegno dell’Istituto Culturale Romeno di Bucarest, potrà essere visitata presso la Nuova Galleria dell’Istituto Romeno di Venezia da martedì a domenica, nell’intervallo orario 10-13 e 15-18. L’entrata è libera. La mostra fa parte del programma ufficiale del Carnevale di Venezia 2016
dettagli
Biglietto: entrata libera
organizzatori
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35910.htm







tradizioni veneziane
Carnevale di Venezia - Creatum
dal 23/01/2016 al 09/02/2016
Un Carnevale con i veneziani, che coinvolgerà tutte le varie città di Venezia e che sarà dedicato alle arti, ai mestieri e alle tradizioni della città.
«Sarà un’edizione importante e particolare al tempo stesso per l’arrivo di nuove figure nello staff che cura la regia della manifestazione – ha detto Piero Rosa Salva – Quest’anno ci dobbiamo confrontare con un Carnevale che si svolge in un periodo cosiddetto “basso” che comporta maggiori difficoltà organizzative ma che non ci ha spinto a cambiare le abitudini cristiane che indicano nel periodo che precede la Quaresima e si conclude la notte del martedì grasso i festeggiamenti del Carnevale. Sarà un’edizione che riporta le tradizioni e i mestieri protagonisti, in cui abbiamo cercato di costruire un forte legame con il territorio e con la città. Una sfida che contiamo di vincere soprattutto grazie a quella che ci auspichiamo sia una grande partecipazione popolare».
Il Carnevale dei mestieri, come è stata ribattezzata l’edizione di quest’anno, sposa, dunque, l'anima più autentica di Venezia coinvolgendo il territorio metropolitano. Il tema è stato scelto dal neo direttore artistico del Carnevale di Venezia Marco Maccapani.
«Ho pensato ad una manifestazione che riportasse Venezia al centro, non a livello estetico di città conosciuta in tutto il mondo per i suoi scorci e la sua unica conformazione ma per quello che nasconde dentro, nella sua storia, nelle sue botteghe, nella sua gente, quello che mi è piaciuto chiamare Creatum. Sono partito da alcuni “nizioleti”, le tipiche indicazioni toponomastiche che danno nome a calli e campielli, e che riportano nella maggior parte nomi di mestieri antichi. Ho quindi pensato di coinvolgere quelle che sono le eccellenze cittadine, quelle di cui questa città deve andare orgogliosa e che sono un autentico patrimonio da ostentare. Ecco quindi l’idea di piazza San Marco che non avrà più un palco come fulcro ma una sorta di grande officina aperta, un piazza globale, pulita, accessibile e visibile in cui sarà costruita una gondola in 11 giorni, dove verranno prodotte manualmente le maschere tipiche veneziane, dove si potrà ammirare l’arte di realizzare un costume da Carnevale e dove si lavorerà il vetro, con una riproduzione autentica di una fornace tipica muranese». Tra le novità l’assenza del grande palco in Piazza San Marco, dove invece sarà possibile vedere al lavoro gli artigiani dei mestieri più antichi della città; e poi il divertimento all’Arsenale e molto altro come da programma c. Il tutto nell’ottica di coinvolgere non solo Venezia ma anche le isole e la sua terraferma, con una visione turistica finalizzata sempre più a far vivere esperienze a chi viene in visita alla città.
dettagli








Terra e acqua 1961-1963
dal 07/02/2016 al 28/02/2016

Storie di fotoamatori: Giuseppe Crepaldi
Terra e acqua 1961-1963 Storie di fotoamatori: Giuseppe Crepaldi
Accadde tutto velocemente: il diploma di perito chimico, l’assunzione alla Società Italiana Chimica, poi Sicedison di Porto Marghera, il trasferimento a Venezia e l’incontro con la fotografia: era il 1960. Giuseppe Crepaldi, classe 1941, nasce a Villanova Marchesana, che all’epoca conta poco più di 3000 anime. Un borgo sorto alle spalle della chiesa parrocchiale edificata sul ciglio del fiume, dove - da mezzo millennio - la casa della fede veglia sul Po. Ha vent’anni quando l’incontro con Enzo Chiurlotto, chimico e socio della prim’ora del circolo fotografico veneziano «La Gondola», gli apre la via dell’impegno fotoamatoriale. Chiurlotto, assieme a un gruppo di soci tra i più dinamici de La Gondola è coinvolto nella diaspora che nel 1961 sfocerà nella fondazione del circolo fotografico «Il Ponte». È l’occasione per Crepaldi di confrontarsi con una generazione di fotoamatori appassionati e irrequieti, decisi a dimostrare che la fotografia ha una parte significativa nell’impegno corale richiesto dalla rinascita postbellica. Ritorna a Villanova Marchesana, là dove la «Grande alluvione« era giunta il 16 novembre 1951, tre giorni dopo la rotta del Po a Occhiobello, e l’acqua vi era rimasta quasi un mese. A distanza di dieci anni dall’esondazione, il Polesine più volte invaso dalle acque, non era solo il proprio paese natale, ma anche il simbolo d’una disuguaglianza economica e sociale che non apparteneva solamente al meridione d’Italia. «Tera e aqua, aqua e tera, da putini che da grandi “Siora tera, ai so comandi, siora aqua, bonasera; bonasera”» recita l’incipit d’un canto scritto e composto nei giorni in cui, nel 1961, si decise la sospensione dell’estrazione del gas metano dal sottosuolo Padano per arrestarne la subsidenza. Giuseppe Crepaldi si misura con l’ambiente che più gli è familiare, con la vicenda che più appare anacronistica negli anni del «miracolo economico» e, tra il 1961 e il 1963, sistematicamente riprende l’ambiente e le persone della sua Villanova Marchesana. Oggi Giuseppe Crepaldi ci restituisce quelle immagini, ed è un ritorno felice, atteso come altri ritorni che, sempre con maggior frequenza, fanno riemergere quella straordinaria rete di amatori della fotografia con la loro passione e la loro determinazione nel raccontare l’Italia del secondo dopoguerra. 'Alberto Prandi'
dettagli
Biglietto: entrata libera
organizzatori
dove
Centro Culturale Candiani
Piazzale Candiani 7 - Mestre (VE)
Terraferma
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35821.htm











08 FEBBRAIO 2016



Terra e acqua 1961-1963
dal 07/02/2016 al 28/02/2016

Storie di fotoamatori: Giuseppe Crepaldi
Terra e acqua 1961-1963 Storie di fotoamatori: Giuseppe Crepaldi
Accadde tutto velocemente: il diploma di perito chimico, l’assunzione alla Società Italiana Chimica, poi Sicedison di Porto Marghera, il trasferimento a Venezia e l’incontro con la fotografia: era il 1960. Giuseppe Crepaldi, classe 1941, nasce a Villanova Marchesana, che all’epoca conta poco più di 3000 anime. Un borgo sorto alle spalle della chiesa parrocchiale edificata sul ciglio del fiume, dove - da mezzo millennio - la casa della fede veglia sul Po. Ha vent’anni quando l’incontro con Enzo Chiurlotto, chimico e socio della prim’ora del circolo fotografico veneziano «La Gondola», gli apre la via dell’impegno fotoamatoriale. Chiurlotto, assieme a un gruppo di soci tra i più dinamici de La Gondola è coinvolto nella diaspora che nel 1961 sfocerà nella fondazione del circolo fotografico «Il Ponte». È l’occasione per Crepaldi di confrontarsi con una generazione di fotoamatori appassionati e irrequieti, decisi a dimostrare che la fotografia ha una parte significativa nell’impegno corale richiesto dalla rinascita postbellica. Ritorna a Villanova Marchesana, là dove la «Grande alluvione« era giunta il 16 novembre 1951, tre giorni dopo la rotta del Po a Occhiobello, e l’acqua vi era rimasta quasi un mese. A distanza di dieci anni dall’esondazione, il Polesine più volte invaso dalle acque, non era solo il proprio paese natale, ma anche il simbolo d’una disuguaglianza economica e sociale che non apparteneva solamente al meridione d’Italia. «Tera e aqua, aqua e tera, da putini che da grandi “Siora tera, ai so comandi, siora aqua, bonasera; bonasera”» recita l’incipit d’un canto scritto e composto nei giorni in cui, nel 1961, si decise la sospensione dell’estrazione del gas metano dal sottosuolo Padano per arrestarne la subsidenza. Giuseppe Crepaldi si misura con l’ambiente che più gli è familiare, con la vicenda che più appare anacronistica negli anni del «miracolo economico» e, tra il 1961 e il 1963, sistematicamente riprende l’ambiente e le persone della sua Villanova Marchesana. Oggi Giuseppe Crepaldi ci restituisce quelle immagini, ed è un ritorno felice, atteso come altri ritorni che, sempre con maggior frequenza, fanno riemergere quella straordinaria rete di amatori della fotografia con la loro passione e la loro determinazione nel raccontare l’Italia del secondo dopoguerra. 'Alberto Prandi'
dettagli
Biglietto: entrata libera
organizzatori
dove
Centro Culturale Candiani
Piazzale Candiani 7 - Mestre (VE)
Terraferma
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35821.htm








MOSTRA PERSONALE DI ECATERINA (KATYA) UBAREVA
dal 04/02/2016 al 18/02/2016
Venezia vista con lo sguardo curioso e appassionato della straniera che vive la sua quotidiana scoperta di paesaggi noti e angoli nascosti. La pittura en plein air per conoscere e assaporare una città, per percorrerla con i colori e raccogliere sulla tela suggestioni ed emozioni del passato e del presente. Ecaterina (Katya) Kubareva è nata a Vladimir, città tra le più antiche della Russia, patrimonio Unesco dell’umanità, celebre, tra l’altro, per gli affreschi di Andrej Rublev ospitati nella Cattedrale della Dormizione. Diplomata in Storia dell’Arte all’Accademia di Belle Arti di Mosca, la sua formazione pittorica inizia nella capitale russa, dove frequenta un gruppo di giovani artisti con i quali inizia a dipingere all’aria aperta. Prosegue poi gli studi artistici a San Pietroburgo e quindi rientra a Mosca per lavorare in una casa d’aste specializzata in icone. Nel 2012 si trasferisce a Venezia per completare all’Università di Ca’Foscari i suoi studi in Storia dell’Arte. Nella citta lagunare, dove oggi vive e lavora, ha ripreso con intensità la sua attività pittorica all’aria aperta, sperimentando nuove espressioni nella sua ricerca sul paesaggio.
Rassegna a cura di Emanuele Horodniceanu
dettagli
Biglietto: entrata libera
organizzatori
dove
Bistrot de Venise
San Marco 4685 - 30124 Venezia
Centro Storico
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-36152.htm













09 FEBBRAIO 2016



L'artificio e l'emozione
dal 07/02/2016 al 21/02/2016
“L’ARTIFICIO E L’EMOZIONE l’amore la notte di carnevale”
Anita Cerpelloni, Federica Fontolan, Francesca Rizzi, Françoise Calcagno, Irene Manente, Letizia Ghezzo, Luigi Longega, Melissa Zanella, Mercedes Pitzalis, Patrizia Milone, Renzo Sbolci.
dettagli
Biglietto: entrata libera
organizzatori
Giorni di chiusura: lunedi-domenica
dove
Françoise Calcagno Art Studio
Campo del Ghetto 2918 - 30121 Venezia
Centro Storico
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-36111.htm








Terra e acqua 1961-1963
dal 07/02/2016 al 28/02/2016

Storie di fotoamatori: Giuseppe Crepaldi
Terra e acqua 1961-1963 Storie di fotoamatori: Giuseppe Crepaldi
Accadde tutto velocemente: il diploma di perito chimico, l’assunzione alla Società Italiana Chimica, poi Sicedison di Porto Marghera, il trasferimento a Venezia e l’incontro con la fotografia: era il 1960. Giuseppe Crepaldi, classe 1941, nasce a Villanova Marchesana, che all’epoca conta poco più di 3000 anime. Un borgo sorto alle spalle della chiesa parrocchiale edificata sul ciglio del fiume, dove - da mezzo millennio - la casa della fede veglia sul Po. Ha vent’anni quando l’incontro con Enzo Chiurlotto, chimico e socio della prim’ora del circolo fotografico veneziano «La Gondola», gli apre la via dell’impegno fotoamatoriale. Chiurlotto, assieme a un gruppo di soci tra i più dinamici de La Gondola è coinvolto nella diaspora che nel 1961 sfocerà nella fondazione del circolo fotografico «Il Ponte». È l’occasione per Crepaldi di confrontarsi con una generazione di fotoamatori appassionati e irrequieti, decisi a dimostrare che la fotografia ha una parte significativa nell’impegno corale richiesto dalla rinascita postbellica. Ritorna a Villanova Marchesana, là dove la «Grande alluvione« era giunta il 16 novembre 1951, tre giorni dopo la rotta del Po a Occhiobello, e l’acqua vi era rimasta quasi un mese. A distanza di dieci anni dall’esondazione, il Polesine più volte invaso dalle acque, non era solo il proprio paese natale, ma anche il simbolo d’una disuguaglianza economica e sociale che non apparteneva solamente al meridione d’Italia. «Tera e aqua, aqua e tera, da putini che da grandi “Siora tera, ai so comandi, siora aqua, bonasera; bonasera”» recita l’incipit d’un canto scritto e composto nei giorni in cui, nel 1961, si decise la sospensione dell’estrazione del gas metano dal sottosuolo Padano per arrestarne la subsidenza. Giuseppe Crepaldi si misura con l’ambiente che più gli è familiare, con la vicenda che più appare anacronistica negli anni del «miracolo economico» e, tra il 1961 e il 1963, sistematicamente riprende l’ambiente e le persone della sua Villanova Marchesana. Oggi Giuseppe Crepaldi ci restituisce quelle immagini, ed è un ritorno felice, atteso come altri ritorni che, sempre con maggior frequenza, fanno riemergere quella straordinaria rete di amatori della fotografia con la loro passione e la loro determinazione nel raccontare l’Italia del secondo dopoguerra. 'Alberto Prandi'
dettagli
Biglietto: entrata libera
organizzatori
dove
Centro Culturale Candiani
Piazzale Candiani 7 - Mestre (VE)
Terraferma
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35821.htm













10 FEBBRAIO 2016



L'artificio e l'emozione
dal 07/02/2016 al 21/02/2016
“L’ARTIFICIO E L’EMOZIONE l’amore la notte di carnevale”
Anita Cerpelloni, Federica Fontolan, Francesca Rizzi, Françoise Calcagno, Irene Manente, Letizia Ghezzo, Luigi Longega, Melissa Zanella, Mercedes Pitzalis, Patrizia Milone, Renzo Sbolci.
dettagli
Biglietto: entrata libera
organizzatori
Giorni di chiusura: lunedi-domenica
dove
Françoise Calcagno Art Studio
Campo del Ghetto 2918 - 30121 Venezia
Centro Storico
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-36111.htm








Terra e acqua 1961-1963
dal 07/02/2016 al 28/02/2016

Storie di fotoamatori: Giuseppe Crepaldi
Terra e acqua 1961-1963 Storie di fotoamatori: Giuseppe Crepaldi
Accadde tutto velocemente: il diploma di perito chimico, l’assunzione alla Società Italiana Chimica, poi Sicedison di Porto Marghera, il trasferimento a Venezia e l’incontro con la fotografia: era il 1960. Giuseppe Crepaldi, classe 1941, nasce a Villanova Marchesana, che all’epoca conta poco più di 3000 anime. Un borgo sorto alle spalle della chiesa parrocchiale edificata sul ciglio del fiume, dove - da mezzo millennio - la casa della fede veglia sul Po. Ha vent’anni quando l’incontro con Enzo Chiurlotto, chimico e socio della prim’ora del circolo fotografico veneziano «La Gondola», gli apre la via dell’impegno fotoamatoriale. Chiurlotto, assieme a un gruppo di soci tra i più dinamici de La Gondola è coinvolto nella diaspora che nel 1961 sfocerà nella fondazione del circolo fotografico «Il Ponte». È l’occasione per Crepaldi di confrontarsi con una generazione di fotoamatori appassionati e irrequieti, decisi a dimostrare che la fotografia ha una parte significativa nell’impegno corale richiesto dalla rinascita postbellica. Ritorna a Villanova Marchesana, là dove la «Grande alluvione« era giunta il 16 novembre 1951, tre giorni dopo la rotta del Po a Occhiobello, e l’acqua vi era rimasta quasi un mese. A distanza di dieci anni dall’esondazione, il Polesine più volte invaso dalle acque, non era solo il proprio paese natale, ma anche il simbolo d’una disuguaglianza economica e sociale che non apparteneva solamente al meridione d’Italia. «Tera e aqua, aqua e tera, da putini che da grandi “Siora tera, ai so comandi, siora aqua, bonasera; bonasera”» recita l’incipit d’un canto scritto e composto nei giorni in cui, nel 1961, si decise la sospensione dell’estrazione del gas metano dal sottosuolo Padano per arrestarne la subsidenza. Giuseppe Crepaldi si misura con l’ambiente che più gli è familiare, con la vicenda che più appare anacronistica negli anni del «miracolo economico» e, tra il 1961 e il 1963, sistematicamente riprende l’ambiente e le persone della sua Villanova Marchesana. Oggi Giuseppe Crepaldi ci restituisce quelle immagini, ed è un ritorno felice, atteso come altri ritorni che, sempre con maggior frequenza, fanno riemergere quella straordinaria rete di amatori della fotografia con la loro passione e la loro determinazione nel raccontare l’Italia del secondo dopoguerra. 'Alberto Prandi'
dettagli
Biglietto: entrata libera
organizzatori
dove
Centro Culturale Candiani
Piazzale Candiani 7 - Mestre (VE)
Terraferma
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-35821.htm









Ab Origine
dal 10/02/2016 al 15/04/2016
Ab Origine, l’acqua di Giuseppe La Spada negli spazi di Porto4
Un incontro sorprendente. L’opera di uno degli artisti digitali più significativi del panorama internazionale incrocia la filosofia etica dello studio legale. La ricerca sull’acqua e sulla natura apre un dialogo nuovo sul significato essenziale della sostenibilità.
Uno studio legale, nell’immaginario comune, è luogo un po’ arido, dove computer, scaffali e pensieri sono “abitati” da codici normativi e carte processuali. Un luogo che nulla può avere a che fare con l’arte contemporanea e la sua capacità di suscitare emozione, provocare nuove piste di riflessione, aprire ad un cambiamento.
Un incontro sorprendente, che a Marghera (Venezia), in un contesto urbano dove il paesaggio lagunare ha lasciato il posto ad una delle più grandi e controverse aree produttive del Veneto, crea connessioni nuove tra temi e luoghi, tra arte e lavoro, tra business e valori. Giuseppe La Spada, fra gli artisti digitali più importanti nella scena contemporanea, è protagonista di Ab Origine, una mostra retrospettiva dedicata alla sua ricerca sull’acqua, proposta dal 10 febbraio al 15 aprile 2016 negli spazi di Porto4 - Cultura legale d’impresa.
Capace di spingere la sua ricerca fino ai linguaggi più avanguardistici dell’arte digitale, La Spada chiama in causa la potenza atavica dell’arte per suggerire riflessioni e provocazioni sulla natura, la sostenibilità e il valore della risorsa-acqua, limitata e non infinita: un invito all’azione che si esprime attraverso la fotografia, l’arte multimediale, ma anche la ricerca sonora. La sua proposta non è solo “esperienza contemplativa”, ma una via per suscitare un cambiamento. «Il mio - spiega La Spada - è un viaggio verticale dentro lo spirituale e l'assoluta sensazione di equilibrio e di silenzio, un viaggio che indaga la misteriosa relazione tra noi e gli elementi di cui siamo fatti, da cui veniamo».
Mercoledì 10 febbraio alle 18.30 la vernice su invito con l’artista, accompagnata da una degustazione di pregiati vini. Ma il progetto, curato da Carola Minincleri, Farmacia Zoo:E’/Donthink – Esperienze culturali per l'Impresa, si spinge un po’ più in là: all’esposizione si affianca una masterclass a tema “Arte, spiritualità e sostenibilità” (ore 17.00), mentre il giorno dopo è in programma un workshop sulla microanimazione dedicato ai visual designer: due occasioni per creare comunità, per costruire con l’artista percorsi di senso che coinvolgano giovani creativi e chi, in modo diverso, si occupa di arte e sostenibilità. Il progetto, prodotto da Porto4, nasce da una profonda condivisione fra la poetica dell’artista, che muove la sua ricerca sull’urgenza dei temi ambientali, e lo spirito che anima e guida l’azione di Sebastiano Angelo Scarpa e Giovanni Brancalion Spadon: i due fondatori dello studio hanno scelto di affrontare il mestiere di avvocato con un respiro diverso, a partire dallo sforzo quotidiano «di riportare la consulenza legale al suo valore originario di strumento etico di connessione fra persone e realtà». La sfida è quella di portare l’arte di La Spada, con le sue suggestioni spirituali profonde, suscitate da un elemento primario come l’acqua, in uno spazio “di lavoro”, dove chi opera si confronta tutti i giorni con questioni etiche: uno spazio che diventa agorà per un possibile incontro. Fra i temi al centro dell’azione di Porto4, caratterizzato da una visione interdisciplinare proprio come l’arte di La Spada, il diritto delle nuove tecnologie, il diritto d’autore e il diritto ambientale. «Crediamo - spiegano i due fondatori - che riportarsi nel mondo al di sotto della superficie sia la via maestra per ricontattare ciò che veramente conta e imparare a proteggerlo. È così che potremo contribuire ad un mondo migliore da lasciare alle future generazioni».
Palermitano, classe 1974, La Spada vive e lavora a Milano ed è stato definito a più riprese dalla stampa generalista e di settore come uno degli artisti digitali più interessanti nel panorama internazionale: è l’unico italiano ad aver vinto, nel 2007 - assieme a personalità del calibro di David Bowie e dei fondatori di You Tube - il prestigiosissimo Webby Awards, l’Oscar del web assegnato ogni anno dall’Accademia Internazionale delle Arti e delle Scienze Digitali. La sua personale Sublimis è stata proposta alla Triennale di Milano fino allo scorso ottobre. I progetti di La Spada hanno visto la collaborazione di compositori di fama internazionale, autori dei brani che accompagnano l’opera dell’artista: fra questi, il giapponese Ryuichi Sakamoto e l’austriaco Christian Fennesz, che da tempo “accompagnano” La Spada nel suo percorso di ricerca.
L’allestimento propone un percorso di grande suggestione, con straordinarie immagini subacquee che attraversano gli spazi fisici dello studio e accompagnano ad immergersi nella dimensione liquida, dentro grandi fotografie dominate dalla bellezza armonica e potente della natura. Una selezione dei progetti Afleur, Avision, Silentium, tre percorsi diversi accomunati dal confronto con la natura, che conducono la ricerca ad esiti inattesi ed esaltando l’acqua come elemento originario, essenziale, primitivo, «momento di sospensione fra dualismi ancestrali, luce e tenebre, visibile e invisibile, nello scorrere dell’eterno movimento che è la vita».
Durante la masterclass abbinata alla vernice l’artista racconta questo percorso, la sua visione etica, la forza sociale dell’arte, che con il suo linguaggio universale può contribuire ad aprire a una nuova sensibilità verso il pianeta.
Il workshop “La fascinazione dell’immagine in movimento” in programma giovedì 11 febbraio consentirà ad un selezionato gruppo di visual designer, fotografi, artisti digitali e visivi junior e senior di conoscere più da vicino i principi fondamentali legati all’animazione, esplorando alcuni fra i progetti più significativi in diversi campi, dalla Gesamtkunstwerk (Opera Totale) fino alle app digitali, dalla type animation all’info design.
dettagli
Biglietto: entrata libera
Prenotazione: consigliata
organizzatori
Fonte:
Giorni di chiusura: sabato e domenica
dove
Porto4
Via Banchina dei Molini 8- Marghera
Terraferma
Fonte: http://agendavenezia.org/it/evento-36168.htm